Benvenuti

Benvenuti

sabato 30 aprile 2011

Sabato 30 Aprile, Petrified Forest e Meteor Crater

Abbiamo dormito in un Motel della catena Super 8, lungo la famosa Route-66, la strada che qualche decennio fa' congiungeva l'Est con L'Ovest degli Stati Uniti.
Come spesso accade, le distanze tra motel e ristorante richiede l'uso dell'auto, dopo una giornata durante la quale si passano molte ore al volante, mi farebbe piacere fare due passi, ma qui non e' possibile, sono piu' di quattro passi, a volte senza marciapiedi o striscie dove attraversare.


Qui sotto il percorso, partendo da Holbrook (A), poi l'ingresso Sud della Petrified Forest National Park che attraversiamo completamente, uschiamo dall'ingresso Nord e riprendiamo la Interstate verso Ovest fino a raggiungere una uscita vicino al Meteor Crater (C), poi riprendiamo la 180 fino a Flagstaff e poi nuovamente a Sud fino a Sedona. In tutto 204 miglia.

Il tempo e' buono, la mattina l'aria e' fresca e pungente, ma poi il sole la rende piu' gradevole.
All'ingresso del parco la giovane ranger ci raccomanda di non raccogliere pezzi di roccia, e ci consegna la mappa con le informazioni e il giornalino del parco. L'ingresso costa $10.

Una breve visita al Visitor Center, dove raccogliamo altre informazioni e poi fuori per vedere queste rocce.

Sono tante, grandi e piccole, sparpagliate a perdita d'occhio. Le zone da visitare sono segnate sulla mappa e dobbiamo prendere l'auto per raggiungerle.











Lungo il percorso, sui lati di un piccolo canyon ci sono delle iscrizioni rupestri, che benche' siano all'aperto, sono ben conservate




Lasciamo il parco e riprendiamo la strada verso Ovest, non molto lontano, lasciamo la intersate 180 per andare a vedere il Meteor Crater, uno dei crateri piu' grandi al mondo, quello piu' grande si trova in Siberia, il cratere Potomski, e risale circa 250 anni fa'.

Il Meteor Crater Americano, e' molto piu' antico. E' sicuramente di origine meteorica, misura circa 1,2km di diametro, la sua sponda e' alta circa 45m mentre il suo interno e' profondo 170m.

Fotografia presa dal sito internet


La societa' privata che ne posside attualmente i diritti di sfruttamento, che oggi ha trasformato in un sito di interesse turistico, e' la stessa che nel secolo scorso ne aveva acquistato i diritti per cercare di estrarre il ferro contenuto al suo interno.


Per l'ingresso paghiamo per due persone $28, (sconto senior), senza guida.


Nel centro c'e' un piccolo recinto, dove vengono ancora conservate alcune attrezzature usate a suo tempo per l'estrazione dei minerali.
Non si puo' scendere nel cratere, e ci dobbiamo accontentare della vista dall'alto.


Ho letto che prima delle missioni spaziali USA che portarono allo sbarco di persone sulla Luna, gli astronauti si allenarono in questa zona del deserto dell'Arizona, per abituarsi a muoversi tra le rocce.

Una finestra sul deserto


Riprendiamo il viaggio, attraversiamo senza fermarci Flagstaff, poi procediamo verso Sud.
Il Meteor Crater si trova a circa 1700 m di altezza, ma dopo Flagstaff, riprendiamo a salire.
Il paesaggio lentamente perde le sue caratteristiche desertiche e compaiono alberi che poi diventano boschi, quando superato l'altipiano, iniziamo a scendere, il paesaggio e' completamente diverso. La strada si infila dentro fitti boschi di conifere, c'e' qualche piccolo fiume e man mano che scendiamo si vedono sempre piu' abitazioni.


Siamo in una zona di villeggiatura a circa 1500m, con una vegetazione fresca e rigogliosa, molto piu' piacevole del deserto di questa mattina. Procediamo fino al paese di Sedona, molto turistico, con sulla strada principale molti negozi per turisti, ristoranti e alberghi.
Oggi e' sabato, fine settimana, e' ci sono in giro molti turisti.


Riserviamo una camera in un Motel, molto grazioso e con una grande piscina, il prezzo e' piu' alto della media, ma siamo in un luogo turistico, nel fine settimana, e sono appena iniziate le vacanze scolastiche.

Kokopelli e' una divinita' preistorica dei Navajo, le cui tracce sono state rinvenute sulle pareti di alcune grotte. E' una divinita' guida raffigurato che danza e suona il flauto (si intravede sulla vetrata del negozio)

Finalmente un luogo dove poter camminare e vedere qualche cosa di nuovo.

Domani andremo ancora a Sud per visitare il pueblo di Montezuma Castle, e poi fino a Phoenix.
Si avvicina la fine del percorso nel West.



venerdì 29 aprile 2011

Venerdi 29 Aprile, Canyon De Chelly

Siamo a Cortez, in Colorado, la mattina aspettiamo le 9 per andare ad acquistare della frutta e dei sandwich. Quando arriviamo al supermercato ci accorgiamo che e' praticamente aperto 24/24 ore e 7/7 giorni. E' molto grande e' c'e' poca gente che compra, le persone anziane girano tra gli scaffali su dei mezzi elettrici con un grande cesto per la spesa. I prezzi sono generalmente buoni.
La cassiera si occupa anche di inbustare la merce, facendo attenzione a separare il cibo da altri prodotti, chi paga con la carta di credito, ha un piccolo terminale nel quale si striscia la carta e un piccolo display nel quale si firma. I carrelli sono decisamente piu' grandi dei nostri e non occorre la moneta, per sbloccarli, si lasciano in uno delle tante aree sparse per il parcheggio.

Ripercorriamo una parte della strada percorsa ieri, ripassiamo da Four Corners e poi procediamo verso Sud. Ci fermeremo a vedere il Canyon De Chelly (B), e poi piu' a Sud fino ad Holbrook, dove sappiamo di poter trovare un buon Motel. Oggi saranno 263 miglia.

Passato Four Corners, il cartello ci dice che siamo entrati nell'Arizona
Le targhe delle auto, oltre a riportare la scritta dello stato nel quale sono state emesse, riportano anche una breve frase che vuole mettere in risalto le caratteristiche dello stato.
Arizona=Grand Canyon State, Washington=Evergreen State, Colorado= Ski Country State, Florida=Sunshine State, Alaska= The Last Frontier, Idaho= Famous Potatoes, etc.



Tutti i siti che abbiamo visitato in questi giorni si trovano a una altitudine compresa tra i 1500 e i 2600 metri, la temperatura e' fresca ma non fredda. Il canyon di oggi ha una profondita di circa 700m, il fondo e' abbastanza largo da ospitare delle fattorie dei navajo, che continuano a coltivare le stesse derre degli avi.







Oggi abbiamo attraversato una prateria con molto vento, i cespugli che rotolavano e anche una tempesta di sabbia rossa che ci ha accompagnato per una decina di miglia.

Questa notte dormiamo a Holbrook in un motel sulla famosa Route 66. Domani andiamo a visitare il parco della foresta pietrificata e dopo il meteor crater, poi continuiamo verso Flagstaff, secondo programma.

giovedì 28 aprile 2011

Giovedi 28 Aprile, Mesa Verde Nat. Park



Lasciamo Mexican Hat e il suo caratteristico Lodge e riprendiamo la statale 163 verso Est.
Poche miglia dopo il paese, vediamo una formazione rocciosa che pensiamo sia quella che da' il nome a Mexican Hat

Poi proseguiamo sulla 160, fino a Cortez e di qui al National Park di Mesa Verde, sono 141 miglia.

Coma si vede nella cartina qui sopra, passeremo all'incrocio di quattro stati, e' l'unico posto negli USA dove si toccano i confini di quattro stati. Qui sotto il punto esatto.
Viene chiamato Four Corners e si trova in una zona desertica e all'interno di un complesso gestito da nativi Navajo. Un grande cortile in muratura con sui lati tanti stands di oggetti di artigianato e nella zona centrale le bandiere e la piastra in bronzo che vedete qui sotto.
C'e' poca gente e soffia un forte vento, non rallentato da alcuna vegetazione.
Anche qui i nativi occupano una bella zona di terra desertica.


Il navigatore GPS dice che non trova la strada, praticamente manca la cartografia di quella zona. Ma abbiamo una bella carta dell'AAA, l'ACI locale. Questa mattina eravamo nello stato dello Utah, poi siamo passati dall'Arizona, quindi nel New Mexico per poi andare nello stato del Colorado. Non ci sono confini, solo i cartelli che segnalano il passaggio dei confini.

Arriviamo all'ingresso del Parco e paghiamo l'ingresso $10 (saranno $15 nel periodo estivo).
Il parco offre un camping, aree picknick oltre alla visita guidata a tre siti pueblo. Ci sono 15 miglia dall'ingresso al centro informazione e altrettanti per raggiungere i due siti che visiteremo. La strada sale di quota, il centro informazioni si trova sopra una 'mesa' a 2452 mslm, scenderemo un poco per le visite ai siti.
I pueblo sono costruiti lungo il canyon e per arrivarci gli abitanti dovevano calarsi dall'alto. Questa soluzione garantiva loro una discreta protezione dalle belve a dai nemici.
Qui sotto si vede una di queste costruzioni dall'altro lato del canyon


Il primo sito si chiama Balcony House, e' un piccolo villaggio situato sotto una tetto di roccia, circa 60 metri sotto il piano della 'mesa' sovrastante.

L'ingresso a questi siti si puo' fare solo con una visita guidata e si paga un'extra.
Noi non ci caliamo dall'alto, ma raggiungiamo il sito tramite delle larghe scale.

Le costruzioni sono state restaurate, e non si vede la differenza tra il vecchio e il nuovo.

Un ranger ci accompagna e ci fa' da guida. Il ranger parla anche francese, cosi' ci racconta che e' nato in Svizzera e lavorava in banca, poi ha deciso di cambiare vita.

I gruppi familiari pueblo, vivevano all'interno di strutture circolari chiamate 'kiva', nella parte alta erano coperte da tronchi e frasche, il fuoco veniva acceso nella zona centrale e ci sono cunicoli per la circolazione dell'aria. Da considerare che ci troviamo a oltre 2.000 metri di altitudine e che d'inverno si raggiungono temperature di -20 gradi centigradi


Dopo aver attraversato un passaggio obbligato,

Risaliamo verso l'altopiano


Il secondo villaggio pueblo si chiama 'Cliff Palace', e' piu' grande del precedente.

Anche qui scendiamo e lo attraversiamo guidati da un'altro ranger, che ci racconta la vita del villaggio, probabilmente abitato da una popolazione 'Hopi'. Il ranger e' molto disponibile, e risponde alle domande dei visitatori, sembriamo una classe a spasso con il maestro.

Anche qui si vedono le "Kivas" e le torri quadrate o tonde, probabilmente dei granai.
Qui il percorso e' piu' facile, una lunga scalinata per scendere e una strettoia a cielo aperto per risalire.

Lasciamo il parco della Mesa Verde, e ritorniamo indietro fina alla citta' di Cortez, dove senza difficolta' troviamo alloggio in un Motel e non molto lontano, ma sempre in auto, un ristorante.

Domani ritorneremo in parte sui nostri passi verso l'Arizona e poi verso Sud..

mercoledì 27 aprile 2011

Mercoledi 27 Aprile, Grand Canyon e Monument Valley

Oggi, sicuramente la giornata con i paesaggi piu belli

Siamo al Yavapai Lodge al Grand Canyon Village (tutto il complesso di edifici, negozi e hotels), fuori dalla finestra solo tanti alberi, gli edifici con le camere distano circa 400m dall'edificio centrale che include anche il ristorante e la reception. Facciamo colazione e per non ritrovarci come ieri sera, con l'incertezza della disponibilita' dell'albergo, da una cabina pubblica telefono a Mexican Hat (cappello messicano) per prenotare la camera per questa sera, dopo aver bisticciato con il telefono per le monete, finalmente avremo da dormire, e possiamo dedicarci ad altro.

Queste sono le immagini del Grand Canyon, se penso al tempo necessario ad erodere tutto il terreno mancante, si capisce quanto breve sia la vita di ognuno di noi.

Solo la parte Sud del Gran Canyon e' visitabile in auto, nella parte Nord poche o niente strade. Il navigatore GPS mi rispondeva con luogo non accessibile.


Le pareti del canyon sono molto colorate. Il fiume si trova a circa 800 mslm, mentre l'altopiano nel quale ci troviamo e' a circa 1500m sopra il fiume.

Avendo tempo e gambe, una delle escursioni sconsigliate e' quella di scendere fino al fiume e poi risalire, una bella passeggiata. Se poi qialcuno volesse pernottare lungo il percorso, deve chiedere il permesso e pagare $10, + $5 per persona, il numero di permessi e' limitato.
Lungo il bordo ci sono delle terrazze rocciose con degli strapiombi incredibili, ho letto che ogni anno sono almeno una decina le persone che per qualche motivo cadono, scivolano con risultati spesso letali.







Ci sono anche i terrazzi con le ringhiere.


Dopo l'ultima fotografia, scendiamo dall'altopiano fino al villaggio di Cameron, poi Tuba City e Kayenta, paesi o piccole citta' in mezzo al deserto.

Siamo sempre in Arizona e procediemo verso Est-Nord-Est per vedere la Monument Valley, che si trova tra (B) e (C) della cartina qui sotto.

La Monument Valley si trova all'interno di una riserva Navajo, non fa' parte del sistema di parchi nazionali, ed e' gestita direttamente dai nativi.

Percorriamo vaste distese di terreno arido e incolto

Lasciamo la statale e seguendo le indicazioni, dopo aver pagato l'ingresso , solo $10, arriviamo ad un edificio su una collina, con ampio parcheggio. Nell'edificio, punti di ristoro e negozi di artigianato locale o Navajo. Questo qui sotto e' il panorama che ci si presenta davanti. Una distesa a perdita d'occhio, in basso si vede la strada bianca (rossa) e le auto.

Anche noi risaliamo in auto e ci addentriamo nella pianura, la strada a volte e' scoscesa o piena di buche o pietre, ma nella zona pianeggiante migliora.


Quanti ricordi, quanti films. Probabilmente non ci stupiremmo se improvvisamente comparisse una diligenza inseguita da pellerossa.

La pianura e' tanto grande che le auto che la visitano si disperdono


Alla fine del giro, e per alcuni giorni la nostra auto sara' di colore rosa.

Le luci, i colori, e le ombre del tramonto sono incredibili

Un poco a malinquore lasciamo questo paesaggio e riprendiamo la strada per Mexican Hat, che si trova nello stato dello Utah.
Arriviamo all'imbrunire, questa e' una immagine presa dal loro sito internet.
Troviamo un ambiente semplice, stile vecchio west a gestione familiare.
Il paese e' piccolo, con un altro motel e la solita pompa della benzina, piu' qualche decina di case.
Non c'e' l'affollamento di turisti che abbiamo visto ieri sera.
Accanto al Lodge, e sulla strada statale, c'e' un ristorante, 6-7 tavoli, una decina di sedie, il cuoco con cappello da cowboy che cucina e un ragazzo che serve ai tavoli. Fa' fresco e tra i tavoli c'e' un treppiede con del fuoco. Il cuoco ha un grande braciere con una graticola oscillante sulle fiamme che da' il nome al locale " The Swinging Steak", e il menu' prevede solo bistecche.
Per noi bistecche e insalata, accompagnate da birra.

Ma siamo nella terra degli Amish e/o dei Mormoni e cosi' la birra si chiama "Polygamy Porter".
L'ettichetta riporta la scritta " Why have just one" e l'immagine non lascia dubbi.

Quando abbiamo visitato la diga del Powell Lake, abbiamo visto delle immagini di Mesa Verde, cosi domani andremo a vedere di persona...