Quella di oggi, almeno per il momento e' la tappa piu' lunga, circa 600km
Nella mappa sottostante i segnaposto indicano i luoghi dove intendiamo transitare, perche' c'e' qualche cosa da vedere o semplicemente per obbligare google a utilizzare e segnare quel percorso.
Partiamo da Bakersfield per tempo, il tempo e' buono. Attraversiamo la parte meridionale del Sequoia Nationa Park, poi costeggiamo il lago Isabella, e continuiamo verso la Valle della Morte, che riporta alla memoria le avventure dei giornalini di Kit Carson, Capitan Mik, e il piu' recente Tex Willer. Poi transiteremo da Zabriskie Point, per gli americani, noto per le sue colline colorate, e per noi italiani un famoso film di Michelangelo Antonioni che racconta una parte dei cambiamenti dei costumi sessuali originatesi nel 1968. A seguire Las Vegas, la citta' del divertimento e del gioco d'azzardo.

Il paesaggio e', come ci aspettavamo, desertico senza alberi ma con tanti cespugli e nessun cactus.
La Death Valley e' una depressione naturale, nella zona piu' bassa si va a -87 metri dal livello del mare. La strada scende
Siamo nella Death Valley National Park, per attraversarla o visitarla si paga l'ingresso, ma e' la settimana di promozione e il ranger ci consegna la mappa e la guida augurandoci buona giornata.
Qui ci fermiamo nel drug store per comprare del cibo e dell'acqua. Sono proprio poche case, due negozi, il benzinaio e un camping assolato.
Questa zona ha una delle piu' basse piovosita' degli USA, ma quando piove alcune aree si allagano creando difficolta' al transito delle auto. Non solo la valle e' arida, ma anche molte miglia prima e dopo la valle, fondo pietroso e immagino estremamente difficile da attraversare a piedi o a cavallo qualche secolo fa'. Essenzialmente perche' non c'e' acqua da bere.
Il Death Valley National Park incorpora anche la riserva degli indiani Shoshoni. Per quanto abbiamo potuto vedere in questo viaggio, spesso le aree di territorio riservate ai nativi sono spesso aree semidesertiche, raramente si vedono villaggi ma piuttosto raggruppamenti di semplici abitazioni sparse in qualche valle assolata, vicino raramente un orto o terreno coltivabile, forse e' gente che vive di sussidi governativi ma e' solo una mia supposizione.
Zabriskie Point, un piccolo belvedere sulle colline colorate. Qui vicino sorgeva l'ultima attivita' industriale della valle, estrazione del borace, gestita dal sig. Zabriskie che poi si attivo' per la transizione da industria estrattiva al turismo.
Purtroppo le immagini non rendono abbastanza le variazioni cromatiche del terreno.
Nel tardo pomeriggio lasciamo la California ed entriamo nel Nevada, anche qui solo terra arida e cespugli. La autostrada ci porta direttamente dentro la citta' di Las Vegas e il navigatore GPS fin sulla soglia dell'hotel, che ha il parcheggio interno gratuito.
Questo e' stato l'unico hotel acquistato dall'Italia e pagato 39 euro (senza prima colazione), ho pianificato il viaggio per non arrivare qui nel fine settimana, quando i prezzi delle camere schizzano in alto, ho anche scelto un hotel centrale ma piccolo (solo 220 camere), non uno dei big da oltre 2000 camere.
Siamo al "Bill's Gambling Hall's & Saloon" accanto al Flamingo e sulla famosa Streep Road.
Per arrivare alla reception dell'hotel attraversiamo la sala con i giochi, tutto studiato per tentare i clienti.
La camera sara' veramente una sorpresa, e' una suite di almeno 100mq.
Qui il salotto con in fondo l'angolo bar.
La camera da letto
Dopo aver sistemato i bagagli nell'apposita stanza, usciamo per fare due passi e vedere dove siamo. L'aria e' piacevolmente fresca, le strade sono piene di macchine e i marciapiedi pieni di gente. Intorno a noi tanti palazzi e sopratutto tante luci e schermi.
Di fronte al nostro hotel, il Bellagio
Uno degli attraversamenti pedonali sopraelevati
Questa una vista parziale interna del Bellagio
Las Vegas era una tappa obbligata tra la Death Valley e lo Zion National Park nello stato dello Utah che visiteremo domani.
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